Siamo abituati a pensare che un marchio cresca ed evolva solamente attraverso i prodotti e i servizi che offre, ma quello di cui meno ci rendiamo conto è il suo cambiamento d’immagine.
Una parte della ragione sta nel fatto che si tratta di procedimenti lenti e graduali, soprattutto perché giocano con l’emotività del consumatore e la riconoscibilità “a prima vista” di un brand.
Il primissimo logo di Apple, ad esempio, era una raffigurazione dell’ispirazione di Isaac Newton e riportava, sulla cornice, la citazione “Newton.. a mind forever voyaging through strange seas of thought… alone”. Questa icona, ideata da uno dei fondatori della compagnia, Ronald Wayne, fu rimpiazzata nel 1977 da qualcosa di completamente diverso: una mela arcobaleno, disegnata da Rob Janoff che mostrava i segni di un morso per distinguere la forma da quella di una ciliegia.
Nelle intenzioni di Janoff e Jobs, il nuovo logotipo serviva a rendere Apple più vicina a un target giovane. Con altri 2 passaggi si è arrivati all’attuale mela argentata.
Ci sono brand che hanno raggiunto l’immagine attuale con pochi passi decisi, come Toyota, e altri che ci hanno dovuto pensare un po’ di più: un esempio è la Warner Bros che è arrivata al logo attuale attraverso 12 passaggi successivi.
Qui sotto, oltre a quelli citati, trovate altre evoluzioni. Anche voi vi sentirete un po’ vecchiotti riconoscendo più di uno dei logo precedenti…
Tutto questo per dire che l’immagine è il brand. Ne è un distillato, l’anima visibile.